Gattò rosso pomodoro

UNA DELIZIA PER IL PALATO DI GRANDI E PICCINI

La redazione di Cancelleria Lope oggi vi racconterà la storia dello sformato o gattò.

Gattò, come possiamo ben intuire, arriva dal francese gateau. Ma perché utilizzare un francesismo per un piatto tipicamente partenopeo?

Lo racconta bene Pino Imperatore nel libro per ragazzi, Questa scuola non è un albergo (Giunti, Firenze, 2015)

Mazzone ha aperto una credenza e il frigo e ha tirato fuori un po’ po’ di roba: patate, latte, burro, salame, sugna, pangrattato, provola affumicata, mozzarella, uova sode, parmigiano grattugiato, sale e pepe, prezzemolo tritato. Più una pentola, uno schiacciapatate, una teglia e una grossa ciotola:

«Allora, avete capito che cosa dobbiamo preparare?» ha chiesto.

Pinuccio ‘o Scienziato ha risposto per primo: «Un gâteau di patate

Il professore ha fatto di no con un dito. «Non è esatto, Caradente. Non è un gâteau ma un gattò. Si pronuncia proprio così, alla napoletana. E vi spiego il motivo storico. Nel 1768 Ferdinando IV di Borbone sposò l’arciduchessa Maria Carolina d’Asburgo, che così divenne regina di Napoli» […] «Maria Carolina aveva gusti francesi, e fece arrivare a corte alcuni cuochi d’Oltralpe. Li chiamava monsieurs, ma i napoletani trasformarono l’appellativo in monzù.

Questi maestri cuisiniers portarono nella nostra città le loro conoscenze, e come spesso avviene in casi del genere, dalla commistione fra elementi “stranieri” e usanze locali nacque un piatto completamente nuovo, il gattò, che ha poco a che vedere con la torta francese gâteau se non per la storpiatura del nome.»

«Prufesso’, ma secondo voi è meglio ‘o gattò o ‘stu gâteau?» ha domandato Bombolone.

«Sono buoni tutt’e due. Il gattò lo conoscete bene, il gâteau potrete provarlo il mese prossimo in Francia. A me piace quello al cioccolato: una delizia».

E Stefano Bartezzaghi nel suo volume Come dire. Galateo della comunicazione (Milano, Mondadori, 2011, p. 62):

A Napoli il gattò è un piatto specifico ovvero la pizza o torta di patate. Non è affatto una storpiatura moderna e finto-chic del francese gateau. Deriva sicuramente dal francese, ma più o meno come “buatta” che deriva da boite: sono antichi francesismi ormai da lungo tempo assimilati nel vernacolo nostrano. Se preferite, sono dei regali della storia. Sono parole nostre e in napoletano sono perfettamente corrette.

Per questo motivo il nostro piatto lo abbiamo chiamato: UN GATTO’ ROSSO POMODORO.

Eccoci alla nostra ricetta, veloce e gustosa.

INGREDIENTI

5 patate

pomodori a piacere

1 cipolla rossa

parmigiano reggiano a piacere

brodo

sale e pepe q.b.

PREPARAZIONE

Rosolate la cipolla dopo averla tagliata finemente.

Lessate le patate e schiacciatele, ancora calde, con una forchetta.

Tagliate i pomodori a piccoli pezzi.

Ungete una teglia mettendo uno strato di patate, il pomodoro, la cipolla e il parmigiano aggiustando di sale e pepe.

Ripetete più strati fino a quando terminerete gli ingredienti.

Bagnare con il brodo ed infornare.

Quando si formerà una gustosa crostina, allora il vostro Gattò sarà pronto per essere servito!

Buon appetito!

La redazione di Cancelleria Lope

 

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