ANGURIA…UNA FETTA AL GIORNO LEVA IL MEDICO DI TORNO

Oggi la redazione di Cancelleria Lope vi porterà nell’esotico mondo del cocomero o anguria.

Esotico davvero visto che pare abbia origini africane.

David Livingstone, il più famoso esploratore dell’epoca vittoriana, trovò nel deserto del Kalahari un frutto selvatico delizioso dalla polpa  e semi rossi e ricco di acqua.

Noto con il nome di “tsamma“, in grado di produrre cento frutti gustosissimi, era considerato un frutto sacro dalle popolazioni locali tanto che, prima della raccolta, le sue foglie venivano utilizzate per rituali di purificazione.

Si pensò per lungo tempo che l’attuale anguria quindi derivasse proprio da questo melone dai semi ricchi di grassi e proteine, che fu poi coltivato nell’Africa Occidentale.

Tuttavia sono state ritrovate delle testimonianze di un frutto simile all’anguria nell’antico Egitto più di 5000 anni fa. Gli Egizi pensavano che derivasse dal seme del dio Seth.

Un frutto nutriente e di origine divine che veniva sepolto nelle tombe dei faraoni perché li accompagnasse nel loro viaggio nell’aldilà.

In quale epoca è stato domesticato il cocomero?

Non si ha modo di saperlo

Tuttavia è certo che se ne coltivino svariate qualità. Pare ce ne siano addirittura cinquanta.

Cinquanta sfumature di anguria!

Il principale produttore è la Cina e a Beijing esiste addirittura un Museo dedicato all’anguria, China Watermelon Museum, fondato nel 2002. Coi suoi 4000mq di ampiezza, svela misteri e origini di questo amatissimo frutto.

Quale il cocomero più grande del mondo?

Nel 2013 il Sig. Chris Kent, un coltivatore americano, ha battuto il record con un’anguria da 159 kg.

Come riconoscere una buona anguria?

Avviciniamola all’orecchio e battiamo sopra coi polpastrelli.

Non è follia! Si fa proprio così per testarne la maturazione. Il suono e il peso sono i criteri da tenere in considerazione; il suono deve essere nitido, non sordo. Il peso deve essere adeguato per le dimensioni: troppo leggero? Significa che è oltre la maturazione e ha perso acqua.

Ma non solo: guardiamo la sua buccia: deve essere scura e opaca e avere striature ben definite e ravvicinate.

Se il picciolo è presente, deve essere secco.

Altro importante indice di maturazione e dolcezza è la base di appoggio, una macchia giallastra sulla buccia. Si tratta della parte appoggiata al suolo durante la sua naturale esposizione al sole: se è appena visibile significa che il cocomero è rimasto poco tempo appoggiato al suolo e quindi è stato raccolto troppo presto.

Un vero e proprio toccasana

Questo frutto ha proprietà tali da essere considerato una vera panacea.

Costituito per il 93% di acqua, con sole 16% calorie ogni 100gr di prodotto, è uno dei pochi frutti ammessi nelle diete ipocaloriche!

Rinforza il sistema immunitario, rafforza le ossa, è un antinfiammatorio naturale, ha un’azione depurativa e disintossicante, migliora la circolazione e contrasta l’ipertensione. Inoltre la sua polpa contiene vitamine A e C, fosforo, magnesio e potassio.

Pare sia un alleato contro il colesterolo cattivo e che prevenga la cistite poiché un frutto altamente diuretico.

E non dimentichiamo che, alzando i livelli di serotonina, aiuta a fare sonni tranquilli!

Anguria…non si butta nulla!

Siamo abituati fin da piccoli ma consumare solo la polpa rossa. Ci dicevano: i semi si sputano, il bianco fa male alla pancia e la buccia non è consumabile.

Invece leggete un po’ cosa dicono le ultime ricerche…

I semi, snack gustoso e nutriente

Nei paesi asiatici i semi dell’anguria vengono essiccati e consumati per le loro proprietà nutritive. Sono infatti ricchi di ferro, magnesio e vitamine del gruppo B.

L’acqua di cocomero…cura di bellezza

Mi raccomando non perdetene nemmeno una goccia!  Disseta e soddisfa il palato con la sua dolcezza…ma è anche ricca di elettroliti e di sostanze nutritive!

E a buccia? Si butta? 

Niente spreco! Questo frutto è troppo prezioso. La parte bianca e la buccia pare siano ricchi di citrullina che sarebbe in grado di stimolare nel nostro corpo la dilatazione dei vasi sanguigni incrementandone l’elasticità.

La buccia in Moldavia viene messa in salamoia aromatizzata con l’aneto e si fa il pepene murat.

Buona estate a suon di anguria!!

La redazione di Lope Cda

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