Panettone: un dolce ringraziamento!

Oggi la redazione di Cancelleria Lope ti condurrà nella golosissima storia del Panettone.

Panettone sembrerebbe significare grande pane…ma in realtà l’accrescitivo sarebbe panone!

Potremmo avvicinare quindi la tradizione milanese e quella bolognese che ha tra gli ingredienti la mostarda bolognese con il suo sapore dolce e aspro.

Il nome Panettone si pensò derivasse invece da panetto, di burro o di lievito, utilizzato nella ricetta.

Molte sono le leggende che si tramandano.

La più famosa è quella del buon Toni.

C’era una volta il Signore di Milano, Ludovico il Moro, che nel 1495 alla Vigilia di Natale invitò molti commensali per festeggiare. Le cucine della corte erano in fermento per la preparazione del lauto banchetto e così il capo cuoco mise il piccolo Toni di soli 12 anni a curare il dolce che avrebbe chiuso i festeggiamenti.

Il dolce come si sa deve essere impeccabile!

Ma il giovane Toni si addormentò…altri dicono che fu il cuoco ad addormentarsi. Poco conta perché il buon Toni utilizzò il lievito madre che avrebbe dovuto portarsi a casa ed iniziò a lavorarlo con la farina, uova e zucchero aggiungendo poi canditi ed uvetta. 

Una variante dice che fu lo sguattero Toni a bruciare il dolce all’uva e da qui la crosta che dà al panettone il suo gusto inconfondibile.

Comunque questo dolce fu così apprezzato che gli fu dato il nome Pan de Toni, in onore del suo inconsapevole inventore.

Meno nota la leggenda di Ulivo -o Ughetto- degli Atellani, falconiere del duca, innamorato corrisposto di Adalgisa, figlia del panettiere Toni.

Il falconiere si fa assumere come garzone dal Toni per stare più vicino alla sua amata. Una notte, per aiutare il forno che stava attraversando un periodo di difficoltà economiche,  prepara un dolce con ingredienti acquistati grazie alla vendita dei falchi del duca: zucchero, burro, uova, cedro e uva passa. Questo dolce diventa leggenda e le sorti del panettiere Toni vengono salvate proprio dal pane che prenderà il suo nome.

Quasi sconosciuta è la bellissima storia, quasi una fiaba,  di un poverissimo convento milanese nel quale Suor Ughetta, per rallegrare il Natale delle sorelle, prepara un pane ricco e speciale aggiungendo burro, uvetta, canditi e zucchero, incide sopra una croce prima di infornarlo e lo benedice. Così i milanesi, assaggiato questo pane delizioso, iniziarono ad accorrere per poterne avere un po’ offrendo donazioni.

Quanto sono colorate e creative queste leggende!

Sembra però certo che Milano sia a pieno titolo il padre del Panettone!

Anche le fonti storiche riconducono al capoluogo Lombardo.

Sembra che il Panettone come lo gustiamo oggi sia in realtà una lenta evoluzione del pane.

Le prime testimonianze scritte le abbiamo nel 1470 quando il precettore degli Sforza, Giorgio Valagussa, scrive del cosiddetto “rito del ciocco”.

In ogni casa a Natale le famiglie, riunite intorno ad un ceppo messo ad ardere, mangiavano del pane di frumento distribuito dal capofamiglia e che aveva conservato dall’anno precedente come buon augurio.

Era un momento speciale perché i fornai potevano usare il frumento solo per il pane dei ricchi. Ma per Natale le Corporazioni milanesi avevano deciso di fare  il Pan dei Sciori  o Pan de Ton, un pane arricchito con burro e zucchero per tutti!

Nel 1549 un cuoco di Ferrara riporta la ricetta di una dolce milanese il cui impasto di farina, zucchero, acqua di rose, latte e uova, deve essere fatto ben lievitare, avere una crosta scura ed essere bello rotondo.

E’ del 1606 la prima definizione di Panettone nel dizionario milanese/italiano. Il Paneton è un grosso pane preparato a Natale. 

Dalla seconda metà dell’Ottocento il Panettone diventò un dono da inviare ai collaboratori per ringraziarli del lavoro svolto.

Il governatore di Milano, durante l’occupazione austriaca, regalava il panettone al principe di Metternich come dono personale.

Il  viaggio del Panettone inizia proprio così…e ancora oggi viene spedito ovunque ed è un gradito e delizioso dono.

La redazione di Cancelleria Lope

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